Voluta dal vescovo Neone, costruita a partire dal 460, nel 1241 passò ai francescani, che la dedicarono a San Francesco.
La facciata si presenta sobria e senza elementi decorativi, ad eccezione di una modesta trifora. Sulla destra è visibile il campanile quadrato, databile tra il X e l’XI secolo.
L’interno è a pianta basilicale a tre navate, e deve il suo aspetto sobrio al restauro purista eseguito nel 1921, che ha eliminato ogni elemento che non fosse ritenuto medievale. La cripta del X secolo è allagata, e visibile attraverso una finestrella. Le quattro colonne centrale poggiano ancora sul pavimento primitivo, dove vi era sepolto il vescovo Neone (come ricordato da una lapide), le cui reliquie riposano in un piccolo sarcofago davanti la cripta.
Nella navata sinistra si trovano, nell’ordine: un sarcofago romano riutilizzato come sepoltura della famiglia Rasponi; un altro sarcofago del III secolo; un arcone indicante la presenza della cappella dei Polentani con alcuni frammenti di affreschi trecenteschi; un terzo sarcofago con Cristo, gli apostoli e motivi vegetali del IV-V secolo; la lapide sepolcrale di Ostasio da Polenta (1396) e infine il monumento sepolcrale di Luffo Numai, opera tra gotico e rinascimento del campionese Tommaso Fiamberti del 1509.
Nell’abside si trova il sarcofago noto col nome di Urna di Liberio, riutilizzato come altare maggiore, in cui è rappresentata una Traditio Legis, ovvero la consegna delle Leggi a Cristo del IV-V secolo.
Nella navata destra, infine, una cappella è introdotta da lesene intagliate da Tullio Lombardi nel 1525.