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Mauseoleo di Gallia Placidia
via Gallia Placidia
Costruito durante gli ultimi anni di vita di Gallia Placidia, tra il 425 e il 450 d.c., questo piccolo edificio un tempo era collegato tramite un portico alla basilica di Santa Croce, di cui costituiva un sacello. Anche l’aspetto era diverso, doveva apparire molto più slanciato agli antichi, in quanto l’attuale pavimento si trova circa un metro e mezzo sopra quello originario.
Di pianta a croce latina, all’interno la luce soffusa e ammorbidita dalle lastre d’alabastro alle finestre, permette di far emergere in modo graduale la grandiosità luminosa dei riflessi sui mosaici, dando la sensazione di scomparsa dello spazio ed innalzamento dello spirito verso vette più elevate, una sensazione simbolica volutamente ricercata dai costruttori.
Entrando nell’edificio, nella lunetta subito sopra la porta, vi è il bucolico mosaico del Buon Pastore, con un giovane Cristo raffigurato come un pastorello tra le pecore, immerso in un aspro paesaggio roccioso. Sulla volta a botte, raffinate raffigurazioni vegetali stilizzate. Nelle lunette del timpano, quattro coppie di apostoli togati rendono omaggio alla volta, dove un grande e imperiosa croce dorata domina al centro di un infinito cielo stellato, mentre alle quattro basi della volta vi sono i simboli degli evangelisti. Nella lunetta opposta all’ingresso, l’impressionante San Lorenzo che va al martirio, la graticola posta davanti a lui, resa incandescente dallo scoppiettante fuoco sotto di essa.
I mosaici del Mausoleo di Gallia Placidia sono quelli più prossimi alla cultura artistica romana tra tutti quelli presenti a Ravenna, e si può notare dall’accentuato realismo delle figure, dall’inserimento dei personaggi in contesti paesaggistici reali che rimandano alla tradizione ellenista, dalla ricerca prospettica all’uso di contrasti cromatici volti a dare una maggiore plasticità alle figure.


